Se è vero che il “mal di schiena” sia un sintomo che colpisce gran parte la popolazione generale nel corso della vita, questa condizione è riferita da un gran numero di atleti durante le loro attività, per qualsiasi tipo di sport e a qualsiasi fascia di età. Il sintomo dolore può colpire qualsiasi distretto della colonna vertebrale, ma nella maggioranza dei casi si riferisce alla zona lombare. Parliamo dunque di “lombalgia“.
- Quali sono le principali problematiche a cui pensare di fronte ad un atleta con mal di schiena?
– Distrazione muscolare o delle componenti legamentose
– Lesioni del disco intervertebrale (degenerazione discale, ernia del disco) – Approfondisci
– Sindrome da overuse
– Fratture da stress
– Spondilolisi e spondilolistesi – Approfondisci
– Frattura minori (fratture del processo trasverso o del processo spinoso)
– Fratture maggiori (fratture del corpo vertebrale) – Approfondisci
– Stenosi del canale vertebrale – Approfondisci
– Altre patologie più rare (osteomieliti/disciti, neoplasie, patologie reumatiche)
– Condizioni che possono “mimare” una patologia della colonna lombare (patologie renali/calcolosi, sacroileiti, patologie ginecologiche e degli organi pelvici, aneurisma aortico)
- Quali sono le differenze tra atleti giovani e adulti?
Negli atleti adolescenti, le cause più comuni di lombalgia sono le distrazioni/lesioni muscolari, spondilolisi o spondilolistesi, sindrome da overuse e patologie del disco intervertebrale.
Negli adulti le cause più comuni da ricercare sono le alterazioni degenerative del disco intervertebrale, la sindrome delle faccette articolari e la stenosi del canale vertebrale. In questa categoria bisogna prestare inoltre particolare attenzione alle patologie riguardanti gli organi addominali e pelvici che possono “mimare” un dolore di origine lombare.

- Ci sono patologie lombari maggiormente associate a specifici tipi di sport?
In base alle implicazioni biomeccaniche di alcune attività sportive e alla peculiarità dei gesti sport-specifici si può affermare che vi sono questi tipi di associazioni tra sport e patologia:
Spondilolisi: Ginnastica, Calcio, Sollevamento pesi, Arti marziali, Tuffatori
Ernia del disco: Sollevamento pesi, Sport di salto (Basket, Volley)
Fratture degli elementi vertebrali: Rugby, Calcio, Arti marziali.
Fratture da stress del sacro: Corsa
Degenerazione del disco intervenrtebrale: Ginnastica, Corsa, Sport di salto (Basket, Volley), Golf
- Come valutare un Atleta con sintomi riferibili a problematiche della colonna vertebrale lombare?
È essenziale valutare il modo in cui i sintomi sono insorti ed effetture un’accurata valutazione fisica.
Insorgenza e tipo dei sintomi (da quanto tempo, da un movimento/evento specifico, durata dei sintomi, prevalenza del mal di schiena o dell’irradiazione del dolore, posizioni che migliorano o peggiorano i sintomi, disfunzioni intestinali o vescicali)
Esame clinico (esatta localizzazione del dolore – dolore diffuso o ben localizzato – valutazione della mobilità della colonna vertebrale/range of motion – alterazione della sensibilità o forza agli arti inferiori – segni di irritazione radicolare, es. Lasegue o Wasserman test – manovre che evocano il dolore, es. flessione, estensione, rotazione)
Processo diagnostico: deve innanzitutto escludere la possibilità di patologie severe quali neoplasie, infezioni, fratture maggiori e patologie degli organi addomino-pelvici
Se il dolore prevalente è a carico del rachide lombare la radiografia è ancora l’indagine di scelta come prima valutazione. Essa può rilevare fratture maggiori o minori, discopatie, spondilolistesi e spondilolisi (proiezioni dinamiche e oblique) o altre alterazioni scheletriche. Se la diagnosi non è ancora incerta ci si avvale di RMN, CT, SPECT.
Se il dolore prevalente è a carico degli arti inferiori è bene eseguire la RMN del rachide lombare per rilevare la compressione radicolare da parte materiale discale o strutture osteo-legamentose. Una Elettromiografia (EMG) degli arti inferiori può aiutare a differenziare una lesione del nervo periferico da una radicolopatia.
- Cosa fare nel caso di riscontro nell’Atleta di spondilolisi/spondilolistesi?
La spondilolisi è il difetto di formazione dell’arco posteriore della vertebra, determinante una instabilità locale. Se è associata ad uno “scivolamento” anteriore della vertebra rispetto a quella sottostante si parla di spondilolistesi. Generalmente è dovuta ad un difetto congenito, ma può anche essere provocata da un trauma acuto o ripetuto (da stress, negli atleti) o a processi degenerativi negli adulti. Colpisce per lo più i livelli L5-S1 o L4-L5.
Rispetto alla popolazione generale in cui si riscontra nel 5-7% dei casi, alcuni studi hanno rilevato una prevalenza del 43% negli Atleti Olimpici di tuffo da trampolino, nel 30% dei Wrestlers, nel 23% di chi pratica sollevamento pesi e del 16% dei ginnasti. Anche chi pratica rugby e football sembra essere affetto da maggior prevalenza (casistiche dal 15 al 50%). La spodilolisi evolve in spondilolistesi in circa il 10% dei casi.
ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI: Rx del rachide lombosacrale con proiezioni oblique (visione del difetto dell’arco posteriore) e dinamiche (valutazione della instabilità in caso di spondilolistesi) ed RMN. In caso di dubbi la TC puo meglio valutare l’interruzione dell’arco vertebrale posteriore.
TRATTAMENTO: Nei casi sintomatici l’interruzione dell’attività sportiva è il primo provvedimento da attuare. In alcuni casi si può applicare un corsetto lombare semirigido per 2-3 mesi, ma su questo punto non vi è un consenso scientifico.
Dopo un iniziale periodo di riposo si inizia un programma si stabilizzazione del tronco affidato ad un terapista esperto. Preferire inizialmente esercizi di stabilizzazione isometrica del tronco in posizione neutra, evitando posizioni in flessione, estensione e rotazione che possano accentuare i sintomi. Il successo della terapia conservativa è più alto nelle lesioni recenti che in quelle croniche. In pazienti con lombalgia persistente oltre i 3 mesi, nonostante un appropriato programma di stabilizzazione, la chirurgia è indicata. Le tecniche variano in base al tipo di difetto e all’eventuale grado di spondilolistesi (lieve/moderato/severo).
- Un atleta con spondilolisi o spondilolistesi lieve può continuare a praticare il proprio sport?
Si. Come detto precedentemente queste problematiche sono di frequente riscontro negli sportivi e, nella maggior parte dei casi, i sintomi sono lievi e controllabili con un programma di stabilizzazione del tronco ed eventuali terapie farmacologiche occasionali. I pazienti con una spondilolistesi di grado moderato-severo sono costretti ad interrompere attività sportive di alto livello (approfondimento).